Nel 2008 un archeologo scoprì che alcuni coccodrilli vivevano in remote grotte del Gabon: ora la genetica suggerisce l’ipotesi che questi strani “coccodrilli di grotta” si stiano avviando a diventare una specie a sé stante.
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Pipistrelli nelle grotte di Abanda (Gabon), fonte di cibo per i coccodrilli nani di grotta. Foto: Olivier Testa |
Sembra uscito da un libro per bambini:
è arancione, vive nelle grotte e si nutre di pipistrelli e di grilli. Ma non è una storia di solitari e ombrosi orchi, è la storia - molto più intrigante - di un gruppo di
coccodrilli nani africani che si stanno adattando alla vita nell’oscurità.
Secondo Richard Oslisly, lo scopritore delle grotte nel 2008: “Potremmo dire di essere di fronte a una specie mutata, perché il coccodrillo delle grotte ha già ora un corredo genetico differente. La sua dieta è diversa e si tratta di una specie che si è adattata al mondo sotterraneo.”
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Foto: Olivier Testa |
Oslisly è un
archeologo che ha svolto lunghe ricerche sulla preistoria del Gabon. Si era inoltrato nelle grotte di Abanda in cerca di indizi su un antico utilizzo umano, come per esempio pitture e incisioni rupestri. Invece scoprì alcuni coccodrilli in un salone sotterraneo riempito d’acqua.
Due anni dopo tornò alle grotte con uno specialista di grotte, Olivier Testa, e con uno specialista di coccodrilli, Matthew Shirley. Catturarono il primo coccodrillo di grotta e quando lo portarono all’esterno scoprirono che non era del solito color grigio-marrone tipico dei coccodrilli nani africani, ma arancione.
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Foto: Olivier Testa |
Al momento è stata scoperta
una trentina di esemplari, di cui dieci sono arancio, e altri ancora possono essere rimasti nascosti. I ricercatori credono che i coccodrilli giovani siano in grado di entrare e uscire dal sistema di grotte attraverso diverse aperture, ma una volta che raggiungono una certa dimensione possono di fatto
passare il resto della vita lontano dalla luce del sole.
“In un certo senso sono in una prigione” dice Oslisly “e
mangiano pipistrelli e grilli.”
Con il passare del tempo, questi coccodrilli più vecchi iniziano a diventare arancio. I ricercatori ipotizzano che il cambiamento di colore sia dovuto al
pH alcalino dell’acqua mista a guano.
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Coccodrillo di grotta paragonato al suo parente che vive nelle foreste. Foto: Olivier Testa |
I coccodrilli sono
ectotermi, cioè il loro calore interno dipende dalla temperatura dell’ambiente, quindi ci si potrebbe chiedere come possano sopravvivere in una grotta. Oslisly spiega che le condizioni interne alle grotte non sono poi così diverse dall’esterno: anche i coccodrilli nani africani cacciano al buio, poiché sono prevalentemente
cacciatori notturni, e la temperatura interna alle grotte resta stabilmente sui
22 gradi.
Il coccodrillo nano africano (
Osteolaemus tetraspis) vive in Africa centro-occidentale ed
è la specie più piccola oggi vivente: la lunghezza massima non raggiunge i due metri, ma la maggior parte non cresce mai più di un metro e mezzo.
Ritenuta per lungo tempo un’unica specie, da pochi anni diverse ricerche ipotizzano che esistano
tre distinte specie nella regione,
non includendo i bizzarri coccodrilli di grotta.
Studi di genetica suggeriscono che
i coccodrilli di grotta stiano diventando una specie a sé stante: un aplotipo (cioè una combinazione di varianti nella sequenza di DNA su un particolare cromosoma) dei coccodrilli di grotta non è stato riscontrato nei coccodrilli nani africani che vivono altrove.
Oslisly dice che la popolazione di coccodrilli delle grotte di Abanda sembra proprio mostrarsi come un gruppo genetico isolato. Secondo i dati genetici, questa popolazione si è separata da quella originaria migliaia di anni fa.
Ma sorge una questione intrigante: dove si riproducono questi coccodrilli? I più piccoli di taglia potrebbero avventurarsi fuori dalle grotte, ma quelli più grossi sono imprigionati: si accoppiano e nidificano all’interno delle grotte? Questo sarebbe
un comportamento mai osservato prima nei coccodrilli. Il coccodrillo nano africano in genere ha bisogno di vegetali per fare il nido dove deporre le uova, ma non ci sono vegetali all’interno delle grotte. O forse i coccodrilli più grandi usano le grotte solo stagionalmente, trovando poi una via d’uscita per accoppiarsi durante la stagione delle piogge?
Secondo i ricercatori vi sono diversi motivi per cui i coccodrilli utilizzano le grotte, incluso il fatto che siano una
stabile fonte di cibo e un luogo
sicuro dai predatori (tra cui l’uomo).
“Siamo fortunati” dice Oslisly, “Perché la popolazione umana locale ha paura ad entrare nelle grotte.”
Come avviene per molti altri animali in Africa, il commercio di carne selvatica sta decimando intere popolazioni di coccodrilli. La carne di coccodrillo nano ha un
prezzo molto elevato nel mercato locale e si tratta di una specie relativamente facile da catturare per via delle sue dimensioni contenute e la minore aggressività rispetto ad altre specie. I coccodrilli nani sono elencati
nella Lista Rossa della IUCN come specie vulnerabile a rischio di estinzione.
Nel 2015 il team tornò alle grotte scoprendo nuovi ingressi e passaggi e documentando come i coccodrilli arancioni di grotta continuassero a frequentarle anche durante la stagione delle piogge.
Ora si sta lavorando per far diventare le grotte un
santuario naturale per la vita selvatica, per proteggere questi bizzarri rettili, l’unica specie di coccodrilli al mondo che abbia mai mostrato un comportamento simile.
Articolo originale: The Guardian -
Orange cave crocodiles may be 'mutating' into new species
Traduzione a cura del
CrocoBlog
Il sito della spedizione:
Abanda expedition
Teaser del documentario "
Expedition Abanda, à la recherche du crocodile orange" (video)