martedì 21 febbraio 2012

Pianta rivive dopo 32.000 anni

Una notizia veramente notevole dal mondo della botanica ci viene da una ricerca dei dr. Svetlana Yashina e David Gilichinsky, capo del laboratorio di criologia del suolo presso l'Istituto di biologia e fisicochimica del suolo all’Accademia russa delle scienze.

David Gilichinsky, PNAS
I ricercatori hanno trovato i frutti della pianta erbacea Silene stenophylla rinchiusi nei ghiacci perenni siberiani e li hanno fatti germogliare tramite tecniche di micropropagazione. La germinazione non è stata condotta direttamente dal seme ma da tessuti immaturi del frutto fatti crescere su un substrato ricco di nutrienti specifici.

La ricerca è stata pubblicata sul numero odierno di Proceedings of the National Academy of Sciences

Si tratta del più antico organismo pluricellulare vitale ed è la prima pianta tornata alla vita dopo condizioni di permafrost.
Il precedente record per una pianta riportata in vita risale al 2005, per un seme di palma ritrovato a Masada, nella zona del Mar Morto, risalente a 2.000 anni fa; mentre un seme di loto del nord della Cina era stato portato a germinazione dopo 1.300 anni.
In questo caso però si tratta di diversi ordini di grandezza maggiori: da 2.000 a 32.000 anni!

I frutti della Silene risalgono al Tardo Pleistocene e sono stati trovati in tane di scoiattolo conservate nel permafrost del fiume Kolyma, nel nord-est della Siberia, insieme con centinaia di migliaia di semi di altre specie vegetali.
Le tane si trovano da 20 a 40 metri al di sotto dell'attuale superficie e si trovano insieme a fossili di mammuth, bisonti, cavalli, rinoceronti e altra fauna caratteristica del tardo pleistocene. Per oltre 30.000 anni i semi si sono conservati a una temperatura di circa -7°C.

Il permafrost, che ricopre quasi il 20% delle terre emerse, potrebbe rivelarsi una straordinaria "capsula del tempo" in grado di farci scoprire la passata vita sulla Terra e al contempo offrirci un pool genetico molto vario, potenzialmente in grado di implementare la biodiversità vegetale terrestre.

Svalbard Global Seed Vault
(clicca per ingrandire)
La mente corre inoltre alla Svalbard Global Seed Vault, una banca dei semi con massimi livelli di sicurezza costruita nel 2008 nelle propaggini più settentrionali della Norvegia, destinata a custodire i semi di tutte le piante commestibili (oltre due milioni di semi). Più di 100 nazioni hanno lasciato semi in questa banca speciale, una sorta di Arca di Noè congelata, in modo da poterli recuperare in caso di calamità.

Il permafrost siberiano ha svolto lo stesso ruolo in modo naturale, preservando nel sito siberiano circa 800.000 semi potenzialmente ancora vitali, anche se questo resta comunque un fatto piuttosto eccezionale. 
Non sono molte infatti le specie vegetali in grado di mantenere vitale il proprio DNA, riparandolo dalle degradazioni che normalmente intervengono nei semi e li rendono non più vitali dopo qualche anno. Questa capacità potrebbe essere studiata per cercare di capire quali meccanismi biologici intervengono per ottenere risultati tanto straordinari (tessuti in grado di germinare dopo 32.000 anni). 

Quante altre cose mirabolanti ci riserva la natura? Solo con curiosità e rispetto potremo scoprirlo... 

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