Torniamo a parlarne, perché da un po' di tempo a questa parte sembra che diversi ricercatori si stiano appassionando al tema e sempre più articoli compaiono su riviste specializzate.
Abbiamo già incontrato il dottor Dinets, del Dipartimento di Psicologia dell'Università del Tennessee (USA): ora ci sorprende con una nuova ricerca, portata avanti sfruttando anche i siti di social network.
L'oggetto della sua ricerca infatti è da sempre difficile da documentare, così Dinets ha pensato bene di chiedere aiuto a quanti più possibile osservatori locali: oltre alle sue spedizioni personali, ha quindi potuto usufruire di report da tutto il mondo di persone che a vario titolo hanno a che fare con i coccodrilli, e che possono quindi fornirgli informazioni di prima mano.
Ma andiamo con ordine: qual è l'oggetto dell'ultima ricerca di Dinets?
Il dr. Dinets sta studiando il comportamento sociale dei coccodrilli (in senso ampio, cioè coccodrilli, alligatori e caimani): nello specifico, il suo ultimo lavoro riguarda il comportamento predatorio.
Alligatori americani impegnati in una pesca di gruppo. |
Il dr. Dinets sta studiando il comportamento sociale dei coccodrilli (in senso ampio, cioè coccodrilli, alligatori e caimani): nello specifico, il suo ultimo lavoro riguarda il comportamento predatorio.
Studiare questo aspetto è notoriamente faccenda poco agevole: i coccodrilli sono predatori silenziosi e mimetici che tendono agguati, quindi è impossibile prevedere una loro azione; inoltre sono animali dal metabolismo lento e mangiano molto meno spesso degli animali a sangue caldo; sono anche per lo più notturni e cacciano nelle torbide acque di fiumi e paludi tropicali. Infine, molte osservazioni del loro comportamento predatorio vengono spesso fatte da personale non specializzato e non vengono mai pubblicate, oppure compaiono su riviste praticamente sconosciute.
Per superare queste difficoltà, Dinets ha sfruttato social networks come Facebook e altri, lanciando un appello per solleticare testimoni oculari come naturalisti, ricercatori e persone che lavorano con i coccodrilli. Ha anche consultato report e diari di scienziati e ha effettuato egli stesso oltre 3000 ore di osservazioni.
La ricerca, pubblicata su Ethology Ecology & Evolution [2], mostra quanto possano essere sofisticate e ben organizzate le strategie predatorie dei coccodrilli: essi possono infatti cooperare per effettuare una caccia in gruppo, come avviene in alcune specie di mammiferi come i lupi.
Tutte le osservazioni raccolte da Dinets mostrano aspetti comuni, pur riferendosi a specie diverse di coccodrilli sparse in tutto il mondo, in particolare coordinazione e cooperazione.
Per esempio, i coccodrilli possono nuotare in cerchio attorno a un banco di pesci, stringendo gradualmente il cerchio fino ad intrappolare i pesci al centro: a quel punto, ogni coccodrillo a turno si slancia verso il centro per afferrare un pesce.
Altre volte si è osservata una organizzazione che sfrutta le diverse "stazze" dei coccodrilli: quelli più grossi spingono i pesci dalle aree più profonde del lago verso una zona dove sono in agguato i coccodrilli di taglia più piccola e snella, che bloccano la fuga dei pesci.
In un caso si è osservato un grosso coccodrillo spaventare un maiale selvatico e farlo gettare nelle acque di una laguna, dove due coccodrilli più piccoli stavano aspettando nascosti nelle acque torbide. Questo suggerisce che ogni coccodrillo è stato in grado di anticipare le posizione e le azioni reciproche, senza la possibilità di vedere gli altri due.
Dinets sostiene che tutti i resoconti raccolti indicano che i coccodrilli possono rientrare in una ristretta cerchia di predatori - solo una ventina di specie animali, tra cui l'uomo - in grado di coordinare le proprie azioni in modi sofisticati e assegnando differenti ruoli ai vari individui in base a diverse caratteristiche.
Sono certamente necessarie ulteriori osservazioni per comprendere meglio di cosa siano realmente capaci questi animali, e le osservazioni non sono facili da effettuare e da raccogliere. Ma siamo fiduciosi nel lavoro di Dinets e di tutti gli altri ricercatori che, affascinati come noi da queste creature che risalgono alla notte dei tempi, cercano di fare luce sulle loro straordinarie abilità.
La ricerca, pubblicata su Ethology Ecology & Evolution [2], mostra quanto possano essere sofisticate e ben organizzate le strategie predatorie dei coccodrilli: essi possono infatti cooperare per effettuare una caccia in gruppo, come avviene in alcune specie di mammiferi come i lupi.
Tutte le osservazioni raccolte da Dinets mostrano aspetti comuni, pur riferendosi a specie diverse di coccodrilli sparse in tutto il mondo, in particolare coordinazione e cooperazione.
Per esempio, i coccodrilli possono nuotare in cerchio attorno a un banco di pesci, stringendo gradualmente il cerchio fino ad intrappolare i pesci al centro: a quel punto, ogni coccodrillo a turno si slancia verso il centro per afferrare un pesce.
Altre volte si è osservata una organizzazione che sfrutta le diverse "stazze" dei coccodrilli: quelli più grossi spingono i pesci dalle aree più profonde del lago verso una zona dove sono in agguato i coccodrilli di taglia più piccola e snella, che bloccano la fuga dei pesci.
In un caso si è osservato un grosso coccodrillo spaventare un maiale selvatico e farlo gettare nelle acque di una laguna, dove due coccodrilli più piccoli stavano aspettando nascosti nelle acque torbide. Questo suggerisce che ogni coccodrillo è stato in grado di anticipare le posizione e le azioni reciproche, senza la possibilità di vedere gli altri due.
Dinets sostiene che tutti i resoconti raccolti indicano che i coccodrilli possono rientrare in una ristretta cerchia di predatori - solo una ventina di specie animali, tra cui l'uomo - in grado di coordinare le proprie azioni in modi sofisticati e assegnando differenti ruoli ai vari individui in base a diverse caratteristiche.
Sono certamente necessarie ulteriori osservazioni per comprendere meglio di cosa siano realmente capaci questi animali, e le osservazioni non sono facili da effettuare e da raccogliere. Ma siamo fiduciosi nel lavoro di Dinets e di tutti gli altri ricercatori che, affascinati come noi da queste creature che risalgono alla notte dei tempi, cercano di fare luce sulle loro straordinarie abilità.
Note:
[1] Vedi gli ultimi tre articoli:
"I coccodrilli usano strumenti per attirare le prede" - http://crocomania.blogspot.it/2014/01/i-coccodrilli-usano-strumenti-per.html
"I coccodrilli usano strumenti per attirare le prede" - http://crocomania.blogspot.it/2014/01/i-coccodrilli-usano-strumenti-per.html
"Furbo come un coccodrillo!" - http://crocomania.blogspot.it/2014/04/furbo-come-un-coccodrillo.html
"4 recenti scoperte mostrano perché i coccodrilli sono più intelligenti di quanto si pensi" - http://crocomania.blogspot.it/2014/06/coccodrilli-intelligenti.html
[2] Vladimir Dinets (2014): Apparent coordination and collaboration in cooperatively hunting crocodilians, Ethology Ecology & Evolution, DOI: 10.1080/03949370.2014.915432 - http://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/03949370.2014.915432
La ricerca è scaricabile in PDF: http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1080/03949370.2014.915432
La ricerca è scaricabile in PDF: http://www.tandfonline.com/doi/pdf/10.1080/03949370.2014.915432
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