lunedì 13 agosto 2012

Alligatore gli mangia la mano: multato per aver dato da mangiare ad animali selvatici

Il titolo ha l'aria di una barzelletta surreale, ma è tutto vero e la vicenda mi offre lo spunto per una breve riflessione sul rapporto tra uomini e coccodrilli, specialmente in un paese affollato e moderno come è la Florida.

Il 12 giugno scorso un capitano di airboat di 63 anni, Wallace Weatherholt, mentre trasportava una famiglia di turisti si mise ad agitare un pesce appeso a un filo fuori dalla barca
All'improvviso venne attaccato da un alligatore che balzò fuori dall'acqua per prendere il pesce penzolante e, assieme ad esso, si portò via anche la mano del capitano. 

Weatherholt riuscì ad arrivare a riva e avvertire la polizia, venne portato poi in ospedale mentre l'alligatore venne trovato e ucciso. Nel suo stomaco fu trovata la mano dell'uomo (che non poté però essere riattaccata). 

Al capitano è stata comminata una multa di 1000 dollari (circa 800 euro) per avere dato da mangiare alla fauna selvatica. 

Sembra il classico "oltre al danno, la beffa". In realtà le autorità sono state ancora clementi con il sessantatreenne. 

Non solo infatti ha violato una legge che come capitano di airboat deve conoscere bene, cioè non alimentare la fauna selvatica, ma ha messo a repentaglio la propria vita e soprattutto quella della famiglia di turisti che trasportava
Tutto questo, come avviene nella stragrande maggioranza dei casi, solo per -come dire- fare gli "sboroni" giocando con animali pericolosi. Perché è proprio tutto, solamente, qui. E la stupidità umana, come ben diceva Einstein, è una delle due cose infinite esistenti (l'altra è l'universo, ma su quello nutriva dubbi...) 

La Florida, come tutti i paesi in cui l'uomo si trova a contatto con la natura e con animali selvatici potenzialmente pericolosi, è letteralmente cosparsa di cartelli come questi: 





Ora, i cartelli spiegano anche piuttosto bene il motivo per cui alimentare la fauna selvatica è proibito dalla legge. Dovrebbe in realtà trattarsi di un ragionamento lapalissiano, a cui arrivare con il solo buon senso, ma il buon senso si sa è ormai sulla soglia dell'estinzione. 

Dar da mangiare a un coccodrillo rende quel coccodrillo potenzialmente pericoloso per tutti: l'animale non distingue il pesce dalla mano che lo tiene e identificherà sempre la mano umana come cibo. Né più né meno. 
Ecco perché nutrire un coccodrillo comporta l'uccisione dell'animale da parte delle autorità. 

Nutrire la fauna selvatica inoltre rende gli animali più audaci: non temono l'uomo perché lo identificano con una fonte di cibo, per cui non avranno timori ad avvicinarsi a qualunque essere umano incontrino. 

I coccodrilli non sono pericolosi "di per sé": non esistono specie "assassine". Come tutti gli animali, se si sentono attaccati scappano o si difendono, e se vengono nutriti associano l'uomo a una fonte di cibo. 
Semplice, oserei dire scontato. Ma non per il signor Weatherholt, evidentemente, che pure queste cose dovrebbe saperle ancor meglio di me che non abito in Florida. 

Il risultato dell'idiozia (sì, quando serve bisogna dirlo) è questo: 


I coccodrilli attaccano usando il fattore sorpresa: quando meno te l'aspetti balzano fuori dall'acqua con uno scatto fulmineo, attaccando quasi sempre sul lato (fanno scattare la testa di lato per afferrare la preda con la parte più lunga del muso). 
Agitare qualunque cosa fatta di carne, mani comprese, sopra il pelo dell'acqua, equivale a lanciare un segnale del tipo "Corri, qui c'è cibo!"

Gli incidenti tra uomo e fauna selvatica avvengono quasi sempre a causa dell'uomo, che ignora l'etologia (il comportamento tipico dell'animale) e spesso disattiva del tutto il buon senso (che da solo potrebbe evitare gran parte degli incidenti). 

Se vedete un cartello con scritto "Non nutrire o molestare gli alligatori - Non nuotare", voi cosa fate? 
Vi avvicinate all'acqua con del cibo e vi tuffate per un bagno, o state sulla riva e osservate da un punto sicuro la bellezza del luogo e la fauna selvatica? 

Ai posteri l'ardua sentenza... di giudicare la stupidità dell'Homo sapiens del terzo millennio civilizzato e super-tecnologico.

Il tempo degli alligatori

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